Lucia Coppola - attività politica e istituzionale | ||||||||
Legislatura provinciale
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Comune di Trento
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Sono anni che si dibatte il problema dell’inefficienza del sistema di gestione dei tempi di attesa per le visite mediche garantite dall’APSS. Dai dati riportati sul quotidiano “L’Adige” si evidenzia che il 60% dei medici dell’APSS effettua visite o esami a pagamento intramoenia, che così guadagnano in media €14.488 in aggiunta alla retribuzione loro spettante per l’attività esercitata. Considerando che il numero di ore dedicabili alla libera professione intramuraria da parte dello specialista ambulatoriale non può superare il 50% dell’impegno istituzionale (qualora lo specialista sia titolare di almeno n. 20 ore settimanali d’incarico), ci si chiede se tale previsione dell’atto aziendale in materia di libera professione intramuraria non sia in stridente contrasto con il crescente aumento di richieste di prestazioni in regime convenzionale. Per ridurre i tempi di attesa delle prestazioni in regime SSN si potrebbe quindi ridurre tale quota. Dal 2014 al 2018 le prestazioni in regime di libera professione sono aumentate gradualmente anno per anno e più precisamente dalle 112.397 visite (2014) alle 149.017 visite del 2018. Consultando il sito dell’APSS, per quanto concerne i tempi di attesa delle visite e prestazioni mediche senza priorità, si evince che il tempo massimo di attesa è di 45 giorni, fatte salve le tempistiche previste per determinate prestazioni quali ad esempio l’esame complessivo dell’occhio (80 gg), visita urologica (70 gg), visita ematologica (70gg), colonscopia (80 gg). Tali livelli temporali riguardano le prime visite, ove il cittadino ha accettato il primo posto libero offerto nell’ambito delle strutture ospedaliere. Tempi di attesa comunque lunghi, che inducono spesso gli utenti a rivolgersi ai privati dove l’attesa è di pochi giorni. Il pensiero va alle persone anziane, senza lavoro o con difficili condizioni economiche che non possono permettersi un simile esborso. Nella provincia di Trento ogni residente spende in media 20, 40 Euro per visite o prestazioni private, un dato superiore alla media nazionale che è di 18, 50 Euro. Tra l’altro vengano talvolta proposte visite in strutture ospedaliere lontane, con grave disagio per le persone malate, anziane e che non hanno accompagnatori. Da segnalazioni giuste allo scrivente, per la prenotazione di una visita di allergologica-pneumologica attraverso il Cup, le prime date disponibili a Trento o ad Arco sono per settembre - ottobre 2019. A pagamento la visita è stata ottenuta per fine febbraio. La Costituzione tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, quindi il cittadino ha il diritto di curarsi accedendo alle visite in tempi ragionevoli. Tutto ciò premesso, interrogo l’assessore competente per sapere: — se intenda ridurre i tempi di attesa delle visite in regime convenzionale tramite la riduzione della percentuale dedicabile dallo specialista alla libera professione; — se sia a conoscenza dei lunghi tempi di attesa per ottenere una visita allergologica-pneumologica; — quanti siano, per struttura ospedaliera, i medici allergologici – peumologici che operano negli ospedali provinciali; — considerato che le allergie si presentano in primavera estate e prenotando la visita a gennaio con il CUP si va a settembre/ottobre periodo in cui l’emergenza per i soggetti affetti da allergie è ormai pressochè conclusa, se non ritenga necessario adeguare il numero di specialisti o adottare azioni per contenere i tempi di attesa e garantire un’assistenza preventiva adeguata ai pazienti affetti da simili patologie ed evitare quindi “l’obbligo” di prenotare una visita a pagamento.
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LUCIA COPPOLA Trento, 15 ottobre 2019 |
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